BeReal, il social network che celebra la verità, continua a spopolare soprattutto tra le generazioni più giovani e i brand d’oltreoceano ne hanno già individuato le potenzialità.
Time to BeReal
Una notifica sullo schermo dello smartphone avvisa che è il momento di essere veri: non c’è spazio né tempo per filtri, postproduzione, pose ingannevoli, vite perfette e false promesse. La notifica arriva una volta al giorno, alla stessa ora a tutti gli utenti a seconda del proprio fuso orario e, da quel momento, si hanno solo due minuti per scattare una foto con la camera esterna e subito dopo con quella interna. Non si riceveranno like, ma solo RealMojis, selfie che imitano emoji. E se qualche furbo avesse intenzione di guardare senza partecipare, scoprirà ben presto che l’unico modo per visualizzare i contenuti altrui è quello di pubblicare il proprio post giornaliero, anche se in ritardo.

È evidente che se un social network sia riuscito a spopolare in un mercato notoriamente saturo è perché l’insight da cui nasce è fuori di dubbio universale e tangibile. BeReal cerca di ribaltare le dinamiche tipiche dei social network, impedendo ai miti che si nascondono dietro immagini da copertina e a vite spettacolarizzate di nascere e diffondersi ulteriormente. Ciò ha permesso alle generazioni più giovani, nate e cresciute in un social media scenario già maturo e talvolta falsato, di trovare un posto nuovo e accogliente, che riesca a far coesistere il media per loro indispensabile con un’esigenza sociale di cui sono stati privati all’origine: la verità.
BeReal worldwide
BeReal è stata fondata in Francia nel 2020, da Kévin Perreau e Alexis Barreyat, ma secondo i dati del Sensor Tower, pare abbia raggiunto i risultati più sorprendenti a febbraio 2022. Secondo una ricerca di Statista in collaborazione con data.ai, gli Stati Uniti hanno registrato il maggior numero di download con una quota che ammonta a 2.702.000. Subito dopo abbiamo la Francia e il Regno Unito, rispettivamente con 1.681.000 e 1.514.000 milioni di download.

Credits: Statista
Al di sotto del podio nessun paese presenta una quota di download superiore al milione, nonostante anche in Spagna, in quarta posizione, l’app abbia raggiunto ottimi risultati. L’Italia si posiziona tra gli ultimi posti della classifica con soli 127 mila download, non distanziandosi però eccessivamente dalla restante parte dei mercati europei.
BeReal for brand
Primo fra tutti Chipotle, catena statunitense di ristoranti di cucina messicana, che ha scelto di utilizzare BeReal unendosi alla tendenza che insegue l’autenticità dei contenuti, per mostrarsi al passo con i trend del momento e trasparente nei confronti dei suoi consumatori. Il franchise ha postato una foto che ritrae un suo dipendente e un billboard di Chipotle a Times Square, che promuove la campagna Buy the dip. Eat the dip. Inoltre, il brand da diversi mesi aveva iniziato a utilizzare la piattaforma promuovendo codici sconto disponibili solo per un minuto: i primi cento clienti hanno avuto l’opportunità di ricevere un omaggio nei ristoranti della catena.

Gli altri brand, che hanno riconosciuto a questo nuovo social incredibili potenzialità non hanno ancora intrapreso la coraggiosa impresa di iscriversi a BeReal, ma hanno reso nota la loro partecipazione al trend. È il caso di Netflix Canada, Trident Gum e Sour Patch Kids per una collaborazione e Teletubbies che hanno pubblicato su altri social network immagini che ricordano quelle tipicamente condivise su BeReal, in cui è presente in un unico post una foto scattata da entrambe le fotocamere, interna ed esterna, guadagnando migliaia di like e centinaia di retweet.
BeReal for (o versus?) Advertising
Il vero limite dei brand nell’intraprendere una strategia comunicativa su BeReal, sembrerebbe essere la piattaforma stessa. Nei termini d’uso dell’app, alla voce User obligations, si legge come BeReal vieti l’utilizzo della piattaforma per scopi pubblicitari o commerciali, limitando sollecitazioni, spam, schemi piramidali o il reperimento di informazioni, dati e contenuti sugli utenti senza il loro permesso.
È chiaro che tali obblighi imposti dal social network mirino a mantenere una certa credibilità del concept, che non potrebbe più sventolare la bandiera della “verità ad ogni costo” se si riducesse a bacheca di annunci pubblicitario, come ormai la maggior parte delle piattaforme social.